lunedì 29 giugno 2015

IL SIMBOLISMO SACRO DEL DRAGO


Il simbolo del drago rappresentato da più secoli nelle nostre terre, deriva dal serpente primordiale che rappresenta il caos e che viene collegato alla Dea Madre.
Solo col Cristianesimo questo simbolismo diviene l’espressione del male, in quanto non riuscendo a modificarlo o distruggerne il forte significato, si era preferito demonizzarlo.
Il Drago è sempre stato accomunato al simbolo di fecondità, di nascita e morte (inizio e fine).
Rappresentato nel medioevo dall’Ouroboros, serpente o drago che si morde la corda, motivo principalmente utilizzato nelle operazioni d’Alchimia, simbolo di trasmutazione della Materia bruta.
Esprime l’idea che la fine e l’inizio si compenetrano, fanno parte l’uno dell’altro, così che esprimono l’idea della trasformazione, dell’evoluzione, della Grande Opera Alchemica applicata sia alla materia bruta che all’Individuo.
Presso le popolazioni celtiche rappresentava la reminiscenza e la rappresentazione mentale.
Nonostante questa demonizzazione il drago lo troviamo spesso rappresentato sulle chiese cristiane, a partire dal Duomo di Milano e dal simbolo stesso dello stemma visconteo. 
Nell’antica Europa, in tempi remoti, quando la cultura Celtica era ancora agli albori, il concetto di Vita era un processo continuo di interscambio fra mondo profano e mondo religioso; questo è significativo, perché ci fa capire come tutto fosse armonioso, e di come l’Uomo si rapportasse alla Natura, nella sua completezza. Tutto avveniva non in modo sentimentale, come avviene oggi, ma secondo le leggi interiori che appartengono anche al Cosmo: il microcosmo che "comunica" col macrocosmo. 
Un’indagine approfondita, quindi, non può scindere i due aspetti di una tradizione così antica. Spesso, si sente parlare dei Draghi, animali misteriosi e primordiali che un po’ ci incutono timore, ma nessuno ne comprende il vero significato: anch’essi fanno parte del nostro mondo, ma operano direttamente nell'astrale bianco. Per capirne le potenzialità dobbiamo immergerci ed arrivare fino al tempo degli antichi sacerdoti; tempo che ci conduce fin quasi all'origine della civiltà conosciuta. Si racconta che in origine i Druidi, appresero la loro arte magica nelle Isole a Settentrione del Mondo. Queste isole erano situate nell’Altromondo, oltre le Acque.  
Qui “… non c’è né terra, né acqua, né aria allo stato puro, ma una specie di miscuglio dei tre elementi, dove terra, acqua e aria sono mescolati come fossero tutti riuniti. L’Altromondo non è misurabile, è un eterno presente e un mondo di illusioni”. Il dio che governa queste terre è Crono (signore del Tempo); è assopito, poiché queste terre sono senza tempo. Il quinto elemento, il fuoco, non esiste ancora, e quindi “nulla può essere plasmato”. Tutto rimane inerte, in uno stato chiamato “del sogno eterno”. 
L’Irlanda, la Gran Bretagna, la Scandinavia, rappresentano l'immagine terrena di queste terre, il riflesso di uno specchio gigantesco. 
I Tuatha Dé Danann, popolo dell’età del Bronzo, andarono nella regione Iperborea, ad imparare la magia, le scienze, il druidismo, la saggezza e l’arte, nelle quattro città principali Falias, Gorias, Murias, Findias, ove risiedevano i quattro Druidi guardiani Morfesa, Esras, Uiscias, Semias, trasmettitori di scienza e conoscenza. 
Al loro ritorno portarono quattro oggetti sacri: 

  • Da Falias la Pietra di Fail (Lia Fail "Pietra del destino"), dell'elemento Terra
  • Da Gorias la Lancia di Lugh (Sleá Bua, "Lancia di vittoria"), dell'elemento Aria
  • Da Murias la Spada di Nuada (Claím Solais, "Spada di Luce"), dell'elemento Fuoco
  • Da Findias il Calderone di Dagda (Coire an Dagdae), dell'elemento Acqua.

La parte finale “as” significa “esterno”, “al di fuori”, e significa essere nel mondo senza tempo. È significativo che per giungere in queste terre, si debbano attraversare acque tempestose; queste, infatti, rappresentano l’interiorizzazione delle nostre emozioni (la Luna), e attraversarle significa andare incontro all’oblio; qui ci si deve scontrare con il “Guardiano della Soglia”, un drago minaccioso che punisce coloro che non sono ancora in grado di intraprendere questa via.  
Poiché precedono la forma, le acque rappresentano la Vita nel significato più alto del termine. Si può rimanere prigionieri della corrente che trascina dove vuole. L’acqua è quell’impulso che ci porta verso il basso, in uno stato passivo, e per vincerla si deve anteporre la parte attiva del nostro fuoco che indirizza la sua Volontà (quindi la propria Individualità), verso la Forza interiore. I druidi officiavano presso i nemeton (santuario, tempio) ossia le foreste, e all’inizio di ogni rituale proferivano queste parole: “Nemora alta remotis incolitis lucis” Abitate santuari profondi, in foreste remote. 
I luoghi prescelti erano centri particolarmente carichi di forza magnetica, uniti da una linea immaginaria (ma non tanto): gli omphalos. Mediolanum (Milano), che significa “centro di perfezione”, era collegata, ad esempio, a New Grange (Irlanda), Carnac (Francia), Stonehenge (Inghilterra) e a Delfi (Grecia).  

I draghi della tradizione celtica rappresentano i guardiani delle nostre potenzialità, e di quello che abbiamo “ereditato” da lontano. Questi ci permettono di avere una chiave in più per conoscere noi stessi. Sono lo specchio del nostro Cosmo interiore e rappresentano i “guardiani dei Templi”: 

Questi Draghi sono a guardia dei loro tesori, e riuscire a vincerli, significa compiere la propria trasmutazione, la via palingenetica che porta all’equilibrio interiore. Compiere questo cammino è pericoloso, se non si è più che preparati. Vi sono 3 stadi principali (secondo gli antichi sacerdoti), che l’individuo deve superare durante il proprio cammino palingenetico: 

  • 1. Fase di regressione o morte iniziatica, durante la quale ci si spoglia di tutti gli stereotipi della vita moderna, per apprendere le arti druidiche.
  • 2. Fase di rinascita, durante la quale ci si appropria delle conoscenze degli Avi. I Totem ci guidano alla contemplazione della Natura.
  • 3. Fase della rivelazione, durante la quale si completa la formazione iniziatica per procedere lungo il cammino palingenetico. I Draghi ci aiutano ad attraversarli, a patto che siano gli Uomini a volerlo, a porre la propria Volontà (superiore) al servizio del divino che risiede in ogni dove.

http://rici86.altervista.org/celti/drago.php

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